Thursday, March 7, 2013

Startup ed innovazione in Italia: un caso di successo.



Intervento di Massimo Nunziato e Marco Menichelli, creatori di Leonardo HLC.



L'azienda e l'idea.

Leonardo Human Language Code è la prima intelligenza artificiale al mondo a fornire un supporto specifico nell’ambito della programmazione multipiattaforma per PC e dispositivi Mobile, ma anche reporting, business intelligence e personal training, prendendo in input comandi formulati in linguaggio umano e senza regole predefinite.
L’idea alla base di Leonardo HLC è formalizzare e implementare il processo cognitivo di un esperto, nei settori di riferimento, al fine di creare entità virtuali in grado di apprendere ed eseguire i comandi del proprio cliente.
 Leonardo HLC è un sistema esperto, e cioè dotato del connubio tra motore semantico e intelligenza artificiale in grado di analizzare il testo, scritto in italiano, in inglese o multilingua (italiano + inglese), e sviluppare software o eseguire altri comandi sulla base delle azioni riconosciute ed impartite dall’utente.
Con Leonardo Human Language Code stiamo lavorando a Leonardo My Developer e Leonardo Open Data Engine.

Leonardo My Developer è un’assistente virtuale pensato per recepire le “intenzioni” del cliente, porre domande e sviluppare software sulla base di risposte formulate in linguaggio naturale. L’approccio è del tutto simile ad un colloquio via chat con uno sviluppatore esperto ed alla fine del colloquio con Leonardo My Developer, si disporrà subito dell’applicazione sviluppata in real time. Con Leonardo My Developer possono essere sviluppate software per PC multipiattaforma ed applicazioni in ambito Mobile.

Il progetto L.O.D.E., che si colloca nell’ambito dei motori di ricerca semantici intelligenti, mercato che sta suscitando un crescente interesse da parte delle società e professionisti di tutto il mondo, risolve un problema annoso quale la necessità di accedere a dati di qualsiasi natura, in maniera semplice e veloce, sia ai fini statistici che previsionali.

Dall'idea alla realtà produttiva.

Inizialmente, nel 2011, volevamo entrare a gamba tesa nel mercato delle applicazioni mobile, avendo ideato delle app molto innovative, alcune delle quali, ad oggi, non sono state ancora create da alcuno.
Una di queste applicazioni, la più strategica, necessitava di un budget molto elevato rischiando anche, nel caso di AppStore, di vedercela rifiutare come già successo ad altri.
Avremmo potuto correre il rischio se entrambi fossimo in grado di sviluppare, investendo solo tempo, ma così non era e da questo inconveniente nacque la domanda: "Perché mai noi esseri umani, che siamo gli inventori del computer, dobbiamo piegarci a comprendere il suo linguaggio? Sarebbe giusto il contrario."
Facemmo passare Natale, intanto l'idea di Leonardo era già nata.
Subito dopo le feste convenimmo su un punto: è sicuramente più rischioso creare un mercato piuttosto che seguirne uno, ma non potevamo ignorare il fatto di aver ideato Leonardo.
Buttammo giù il progetto e passammo 4 mesi alla ricerca delle risorse idonee alla creazione di un progetto tanto innovativo, quanto ambizioso, e quindi di difficile realizzazione.
Facemmo molti colloqui, ma sembrava che nessuno fosse in grado di realizzare, o non credeva si potesse realizzare, il nostro progetto "fantascientifico e irrealizzabile" a detta di molti.
Beh, questa cosa ci inorgoglisce ancora di più dal momento che Leonardo Human Language Code è reale, funziona e sta imparando molte cose.
Il progetto è stato inizialmente finanziato dalla nostra, all'epoca, attività primaria: il mercato immobiliare.
Oggi, oltre alle vendite a privati, siamo in via di definizione di alcune relazioni con grandi aziende, che contiamo portino a breve i loro frutti.


Fare impresa in Italia.



Difficoltoso, ma non impossibile.
L'Italia offre molte possibilità, soprattutto in quest'ultimo periodo, di aiuti esterni come Venture Capitalist, Incubatori di imprese, non tralasciando i finanziamenti comunitari o regionali.
Noi in particolare siamo stati portati a Smau Milano da Startupbusiness.it che ci ha selezionato per avere uno stand gratuito nei Percorsi dell'Innovazione, dove poi abbiamo vinto il premio Lamarck per l'innovazione 2012 che ci ha dato molta visibilità. Non finiremo mai di ringraziarli. E' stata una scelta coraggiosa, la loro.
Quindi, occhi bene aperti!

Innovare in Italia.

Lo abbiamo detto più volte in altri ambiti, ma lo ribadiamo "la politica è un freno per l'evoluzione umana" ed in Italia di politica ne abbiamo troppa!
Altro elemento da non trascurare è la mentalità degli italiani. Si pensa o si è abituati a pensare che la vera innovazione sia all’estero. E’ come se noi italiani di fronte all’innovazione Made in Italy siamo in qualche modo sfiduciati, increduli, scettici. Invece di incoraggiarla è più semplice da dire e/o da pensare: “ ..ma se non è stata ancora inventata un motivo ci sarà?”. Decisamente se ci fosse più amor proprio verso l’Italia a partire dagli italiani allora l’innovazione sarebbe accolta a braccia aperte da tutti e verrebbe intesa come benessere collettivo e del paese.  Nonostante ciò siamo riusciti a farci strada e ad ottenere consensi anche da coloro che hanno manifestato apertamente le loro perplessità ed  i loro scetticismi.
Detto ciò, fare innovazione per noi, oggi, vuol dire guardarsi indietro, tornare sui propri passi, sistemare le cose che non vanno per poi andare avanti.
Il processo definito "innovazione" sta andando così veloce che necessariamente lascerà delle lacune, e queste lacune (piccole e grandi) a volte deviano una possibile buona rotta su una rotta sbagliata.
In definitiva, c'è bisogno di riprogettare molti aspetti della nostra realtà ed è ciò che, nel nostro piccolo, stiamo facendo.
In Italia la burocrazia va molto più lentamente delle menti degli italiani che molte volte sono costretti ad emigrare per proporre le proprie idee in altri paesi, ma segnali di cambiamenti ci sono e noi rimaniamo qui in Italia per vivere questi cambiamenti, magari contribuendo ad essi.

Il contributo che una giovane impresa offre al paese. 

Tutte le grandi imprese sono state giovani, aiutarle a crescere vuol dire investire sul proprio futuro.
Un economista direbbe che ogni paese ha bisogno delle imprese, perché creano valore aggiunto. Oggi abbiamo svenduto tutto il nostro know-how e le nostre capacità di fare impresa all’interno del nostro Paese ed abbiamo capito che così non funziona. L’imprenditoria Italiana deve rifiorire permettendo così all’Italia di ripartire a testa alta. L’impresa è il veicolo per la ripresa dell’economia di un paese.